L'impegno dei famigliari nella gestione del famigliare malato può durare anche molti anni, per cui è importante fare i conti con le proprie forze ma anche con le proprie debolezze.
Non pensare di essere soli, ma capire di aver bisogno di aiuto. Chiedere aiuto non è sinonimo di debolezza o incapacità, al contrario, rappresenta la presa di coscienza dei propri limiti e la volontà di rispondere meglio alle nuove sfide che la vita chi ha messo davanti.
Imparare a gestire i cambiamenti associati al ruolo assistenziale diventa un passo fondamentale. Un sostegno psicologico costruito ad hoc sulla base delle nostre esigenze, diventa uno strumento importantissimo a cui affidarsi per diminuire gli stati d'animo negativi e per costruire strategie cognitive e comportamentali più adatte.
Un percorso psicologico può aiutarci nel processo di elaborazione della diagnosi, nella accettazione del cambiamento emotivo, relazionale ed ambientale, nella gestione dell’impatto emotivo dovuto al cambiamento di ruolo e nel identificazione delle nostre emozioni. Inoltre favorirà il riconoscimento delle risorse personali e familiari ed il loro utilizzo aiutando a gestire le dinamiche familiari disfunzionali e promuovendo il cambiamento dell’organizzazione della famiglia.