Il ruolo della famiglia nel mantenimento del disturbo
La costante ricerca di rassicurazioni alle loro indecisioni e ai loro dubbi e l’evitamento di situazioni ansiogene, portano i bambini/ ragazzi con questa sintomatologia a diventare estremamente dipendenti dai familiari; questo contribuisce a determinare il circolo vizioso che alimenta le ossessioni e le compulsioni. I genitori attraverso un atteggiamento rassicurante, aiutano i figli nei rituali compulsivi fornendo rassicurazione, questo porta involontariamente ad alimentare il DOC. Questi comportamenti placano l’ansia solo nel breve periodo ed impediscono nel bambino/ragazzo di osservare che i suoi contenuti mentali non sono profezie che si autoavverano.
Le risposte genitoriali possono essere situate su un continuum. Il genitore eccessivamente premuroso e quello eccessivamente critico. Il primo è caratterizzata solitamente da un gran coinvolgimento e supporto dato al rituale, al fine di aiutare il bambino a ridurre il carico di stress. Il genitori critico invece, reagisce in maniera ostile ai sintomi e si rifiuta di partecipare ai rituali. In alcuni casi, può arrivare a forzare il bambino ad esporsi in maniera brusca allo stimolo ansiogeno, pur di interrompere i comportamenti compulsivi.
Questo tipo di atteggiamento può favorire un ulteriore isolamento del bambino, che può fare i rituali di nascosto oppure aspettare l’assenza dei genitori. Si è dimostrato come entrambe le risposte genitoriali tendano a rinforzare il sintomo, aumentandone la frequenza e l’intensità. Risulta fondamentale, accompagnare i i genitori o i familiari circa l’atteggiamento più funzionale da adottare nei confronti dei pensieri ossessivi e dei rituali del proprio figlio.